È arrivato il tuo momento di creare un podcast.

Ciao ragazzi e bentornati al podcast di Strategia Vincente, l’unico vero podcast 100% pratico, creato per i piccoli e i microimprenditori d’Italia che vogliono crescere, far aumentare i fatturati e anche migliorare il rapporto con i propri clienti.

La settimana scorsa vi ho presentato Andrea, un nostro copywriter – il miglior copywriter che abbiamo – e questa settimana per voi ho un’altra sorpresa, un’altra persona da presentarvi, altrettanto fondamentale per l’attività di Strategia Vincente e cioè Francesco Azzarita!

Francesco, io lascio che ti presenti da solo, fai tu gli onori di casa.

FRANCESCO: Io mi chiamo Francesco Azzarita, nasco come copywriter per Andrea Lisi, che è stato intervistato la settimana scorsa e adesso ho implementato le mie capacità come copywriter nel mondo del podcasting.

Poco tempo fa abbiamo inventato la figura del podcast manager, che è esattamente quello che sto facendo adesso con Alessandro.

Letteralmente abbiamo inventato questo lavoro perché non esiste in Italia il podcast manager come lo intendiamo noi.

Esiste quello che si mette davanti al microfono e comincia a parlare e poi si fa il podcast da solo.

Non esiste una figura professionale ancora e con Andrea abbiamo un po’ aperto questo mercato.

ALESSANDRO: Io vorrei che tu spiegassi intanto cos’è un podcast, perché non tutte le persone che ci ascoltano e che ci vedono sanno esattamente cos’è.

Magari l’hanno sentito nominare però non c’è un’idea precisa.

FRANCESCO: Sì, è molto semplice.

Chi sta ascoltando adesso, sta ascoltando un podcast.

Ma oltre le battute, il podcast funziona così: io sono una persona, ho un messaggio da dare ad un pubblico, perciò mi metto davanti ad un microfono, registro quello che voglio dire, carico il messaggio su Internet e faccio in modo che le persone lo ascoltino.

Questa è l’essenza del podcast.

Ritorno un attimo sul perché è nato il podcast di Strategia Vincente: “per i piccoli e microimprenditori che vogliono aumentare i fatturati e migliorare il rapporto con i clienti”.

Il podcast, nel corso del tempo, soprattutto a livello aziendale, diventa uno degli strumenti che permettono di migliorare effettivamente il rapporto con i clienti e anche con i potenziali clienti.

ALESSANDRO: Sicuramente sì, quindi la possiamo definire una piccola trasmissione.

È come se noi di Strategia Vincente avessimo un piccolo appuntamento settimanale che diventa un mix tra una trasmissione radiofonica e un videoblog, giusto?

FRANCESCO: Sì, vorrei un attimo solo fare una piccola precisazione perché il podcast è quasi essenzialmente implementabile con il marketing.

Mi spiego meglio: se io ho una trasmissione radiofonica, mi metto davanti al microfono e chi ascolta ascolta, indipendentemente dal target.

Il podcast è fatto proprio in maniera tale da poter prendere effettivamente il tuo pubblico target e parlarci direttamente.

Nel mondo del podcasting c’è questa differenza: un conto è il broadcast per cui io parlo e chi ascolta ascolta, mentre un altro conto è il podcast in cui io parlo direttamente ad un pubblico preciso.

ALESSANDRO: È una differenza fondamentale questa che hai spiegato e hai fatto bene a dirla, perché non è che chi fa podcast sia qui a parlare a caso.

Come si diceva anche con Andrea la scorsa settimana, anche il podcast serve per fare marketing.

Tutto quello che è marketing va ad un pubblico con un messaggio.

Anche noi che siamo qui oggi a parlare non lo facciamo semplicemente perché ci piace un sacco, ma anche per ribadire dei concetti, per far passare delle informazioni, per dimostrare che quello che diciamo è corretto e che facciamo quello che diciamo.

I ragazzi del mio staff ed io lavoriamo con le aziende, diamo dei consigli e facciamo le strategie, ma noi per primi abbiamo queste strategie già attive e che funzionano.

Prima di questa puntata parlavamo proprio della quantità stratosferica di ascolti che ha fatto questo podcast negli ultimi giorni.

Non ce l’aspettavamo, ma lo speravamo.

Il senso dell’intervista è proprio questo: volevo che tu fossi qui perché non basta solo il copy, non basta solo la strategia, non bastano solo le Facebook ADS o tutto quello che ci viene proposto.

Nel nostro caso anche il podcast è un tassello fondamentale, che permette innanzitutto di comunicare a voce, che è una cosa che a me piace molto, perché mi senti parlare.

Dall’altra parte mi permette anche di clonarmi, perché la puntata del podcast noi la stiamo registrando di mattina, ma tu te la puoi ascoltare di sera, di notte, a Ferragosto, a Natale o quando vuoi.

È come se Alessandro e Francesco e tutto lo staff fossero attivi 24 ore su 24, magari anche quando sono in ferie.

FRANCESCO: Sì, ci sono varie varie caratteristiche del podcast che passano inosservate ma a cui secondo me dovrebbero fare attenzione le aziende e gli imprenditori – perché poi sono quelli che si mettono davanti al microfono.

Il podcast è uno strumento utile e usufruibile 24 ore su 24 senza che tu debba per forza metterci completamente l’attenzione.

Per canali come il blog, o ci metti gli occhi o non puoi assorbirlo.

Il video funziona allo stesso modo: se ci sono delle immagini, devo per forza guardarle.

Grazie al podcast io posso mettermi un audio dentro le orecchie, faccio qualsiasi cosa e posso assorbire o imparare in un modo o nell’altro.

All’interno di una strategia di marketing non può esistere solamente il podcast – lo dico anche un po’ dandomi contro -, ma è uno degli strumenti che ti permette di mantenerti più vicino alle persone.

Il blog ti permette di dare delle soluzioni a dei problemi in stile Aranzulla, cioè io faccio un micro tutorial e scrivo “come fare”.

Il video può funzionare anche per questioni sia di tutorial, mentre molti marketer fingono di dare dei contenuti che poi sono tanto intrattenimento.

Infatti questi video ruotano molto attorno alla showmanship e a ciò che fanno vedere nei loro corsi.

Con il podcast invece sei proprio più vicino al tuo cliente, perché tu stai parlando drettamente a lui.

Nei primi 5 minuti devi avermi dato la sensazione che posso fidarmi di te, che posso starti vicino e che mi stai dando del contenuto.

Se io spendo anche un’ora del mio tempo ascoltando te e non ascoltando altro, io devo uscrine con un risultato positivo per me.

Per di più con un podcast non hai neanche la sensazione di sprecare il tuo tempo, perché lo puoi fare mentre cucini o mentre stai macchina.

C’è proprio un dato all’interno del podcasting, il commuting time, che indica il periodo di viaggio da casa al lavoro.

Io prendo la macchina o l’autobus e, per occupare quel tempo, mi metto nelle orecchie Alessandro Bergamin di Strategia Vincente e comincio ad ascoltare ascoltare i suoi consigli.

ALESSANDRO: Ti confermo che è un dato che io ho sottomano, perché ricevo messaggi e email da potenziali clienti che mi dicono proprio questo.

Magari non ascoltano tutte le settimane le puntate, ma le accumulano e quando sono in macchina se ne ascoltano due o tre di fila.

Arrivano in auto, attaccano il telefono all’impianto dell’auto per ascoltare me anziché una trasmissione radio o qualcosa di inutile.

Approfittano di quel tempo che magari hanno in auto, per ascoltare tre puntate di Alessandro, così intanto si formano.

Questo dato è vero e fa anche molto piacere sapere che vieni scambiato con Radio Deejay o RTL.

FRANCESCO: Probabilmente è una delle cose più belle perché vuol dire che sei riuscito a prenderti letteralmente un pezzo del tempo del tuo cliente, che per un’azienda dovrebbe essere una delle prime cose di cui si interessa.

ALESSANDRO: Adesso io entro un attimo nella testa delle persone che ci stanno ascoltando che, generalmente, sono piccoli e microimprenditori del Nord Est, perché ricordo che io nasco, vivo e lavoro soprattutto in Veneto oltre che in tutto il Nord Italia.

Conosco bene la mia gente e in questo momento staranno pensando che il podcast è una roba da fighetti come il copywriting e soprattutto la gente magari ha paura di mettersi davanti un microfono o una telecamera, perché non sa cosa dire.

Uno si mette lì e cosa dice se non ha mai parlato davanti ad un pubblico o una telecamera?

Chi vuoi che lo ascolti?

Come cavolo fa?

Tra l’altro è il problema che abbiamo avuto tutti all’inizio.

Noi in questo momento stiamo registrando con due PC e due gran bei microfoni, ma non abbiamo studi televisivi.

Il dubbio delle persone è: fare podcast mi piace ed è interessante, ma come cavolo faccio ad iniziare e a sapere cosa dire?

FRANCESCO: Questa ormai è una delle domande che mi fanno anche altre persone che magari non sono imprenditori, ma vogliono entrare nel mondo del podcasting.

Noi in Italia siamo tremendamente fortunati, perché il podcasting è ancora un mondo inesplorato.

Se tu per esempio vai su Spreaker, che è la piattaforma di distribuzione più grande in Italia di podcasting, troverai 50% podcast italiani e 50% podcast in inglese.

Questo vuol dire che in Italia non abbiamo ancora tanta produzione, quindi letteralmente può andare bene qualsiasi cosa.

Io mi informo sempre sul podcasting e sto leggendo un libro che è uscito da pochissimo, di uno dei più grandi podcaster, che dice proprio che non devi avere per forza la strumentazione più figa.

Io ce l’ho perché mi piace e ci spenderei milioni per i microfoni e per la strumentazione, ma è il mio lavoro.

L’unica cosa importante è il microfono che hai davanti.

Non devi pensare a nulla se non che tu abbia un microfono.

Che sia poi un un RODE fighissimo che ti costa €1000, che sia il microfono della webcam o che sia il microfono dello smartphone non importa.

L’importante è che comunque tu ti metta davanti al microfono e parli.

Quindi, la prima cosa è di non preoccuparsi troppo della tecnologia, perché in questo momento in Italia puoi permettertelo.

In qualsiasi nicchia tu ti possa trovare puoi permetterti di non esagerare con la strumentazione.

L’altra questione è che cosa dici.

Se ti stai chiedendo cosa dire all’interno del tuo lavoro, magari anche come imprenditore, allora le opzioni sono due.

Magari non sei attento a quello che stai dicendo letteralmente ai clienti, cioè cos’è che dici in una trattativa di vendita, perché è da lì che partono i contenuti.

Oppure c’è qualche problema.

I contenuti letteralmente partono da quando cominci a lavorare fino a quando torni a casa.

È da lì che partono poi le idee per dire qualcosa.

Poi c’è chi naturalmente ha bisogno di aiuto, c’è chi si trova in una nicchia particolare ed esaurisce i contenuti, ed è per questo che poi esistono persone come me o come Andrea che tirano fuori contenuti fin quanti ne vuoi.

La cosa figa secondo me è che poi il podcast manager è letteralmente una persona che deve accompagnare l’imprenditore quando si mette davanti al microfono.

Se l’imprenditore decide di mettersi davanti al microfono ci si deve mettere lui, non ci si può mettere nessun altro, altrimenti si crea proprio un problema d’identità.

Il mio ruolo è semplice: il lavoro è il tuo, tu sai come si fa il tuo lavoro, mentre io posso avere una conoscenza percentuale del tuo lavoro e dei tuoi contenuti.

Seguendo le strategie mie e seguendo anche la mia esperienza posso aiutarti a tirare fuori questi contenuti.

Posso aiutarti a fare una puntata di 10 minuti, 25 minuti o anche un’ora.

Tiriamo fuori un argomento, parliamo un attimo, facciamo brainstorming e poi vediamo se riusciamo effettivamente a riempire anche 10 minuti, 25 minuti o un’ora parlando di questa cosa.

Poi ci sono tutte le varie strategie come le interviste, o le obiezioni, che sono uno degli strumenti secondo me più importanti per un podcast perché ti permette di accorciare letteralmente la distanza fra te e il tuo cliente, perché gli risolvi l’obiezione bocca-orecchio.

ALESSANDRO: Io vorrei mettere tranquilli tutti quanti, nel senso che pochi anni fa ho iniziato a registrare qualche puntata di un podcast sull’argomento ecommerce, circa 4-5 anni fa.

Il podcast proprio non si sapeva neanche esattamente cosa fosse.

Come hai detto tu, adesso abbiamo la fortuna che c’è poco in Italia, però le persone iniziano a capire cos’è il podcast.

Io ascolto Radio Deejay per la maggior parte del giorno e tutti i loro programmi vengono registrati e riproposti in podcast.

È una tecnologia che abbiamo implementato con te, ma anch’io ho avuto il problema di cosa dire, ma non perché non sono padrone dell’argomento.

Dovresti dare un ordine a queste informazioni.

Il podcast non è parlare e vedere che cosa succede.

Come per tutte le cose c’è un calendario editoriale che è fondamentale per ordinare cosa dico e perché lo dico.

Nel nostro caso – e parlo con le persone che sicuramente hanno ascoltato più di una puntata – vi sarà capitato di intercettare un messaggio, di capire che c’è dietro un disegno.

Si parte dall’argomento base, si avanza con argomenti sempre più profondi e poi iniziamo con le obiezioni, con le interviste…

C’è un disegno molto grande.

Non ti puoi mettere davanti ad un microfono e parlare, anche se sei uno con la parlantina.

Senza un filo conduttore o un disegno, il podcast non serve a nulla, ed è per questo che la tua figura è fondamentale, perché magari arriva un Alessandro Bergamin che ha 68 idee diverse, e serve uno come te che le mette in fila.

FRANCESCO: Sì, io sono poi quello che raddrizza un attimo la direzione.

Una delle prime cose che si studia del podcasting è che esistono tre tipologie di podcast.

Lo scriptato, per cui ti scrivi letteralmente il copione e poi lo registri, che è molto comodo quando non sai cosa dire e hai l’imbarazzo di fronte al microfono.

Il secondo è l’ad-lib in cui hai una scaletta e cerchi di coprirla completamente nel tempo della puntata che vuoi.

Il terzo è secondo me quello più rischioso in cui incappano poi tantissimi imprenditori, ma anche podcaster che vogliono fare i fenomeni mettendosi davanti al microfono e… improvvisando.

Io non ho nulla contro l’improvvisazione, ma il problema è che nel tentativo di improvvisare poi perdi completamente l’ordine delle cose, rischi di annoiare il pubblico e anche di perdere la voglia di continuare con il podcast.

Un dato importante è che tendenzialmente un podcast dura 7 puntate, dopo le quali parte il cosiddetto fenomeno del podfade.

Praticamente se il podcast dopo 7 puntate non ha raggiunto i risultati che tu ti aspetti, allora cominci a rinunciare e magari non hai la più vaga idea che un podcast cominci effettivamente a fare clamore quando cambi delle cose, crei dei titoli magari più interessanti meno noiosi.

Anche i contenuti che proponi possono essere più utili.

Poi dopo 10-15 puntate che lo fai ti metti davanti al microfono e cominci a parlare e basta, quindi diventi anche più abile nel podcast speaking, quindi migliora anche il podcast.

Se dopo 7 puntate decidi di abbandonare, vabbè mi dispiace.

ALESSANDRO: Sì, la pratica aiuta in tutte le cose.

Nessuno nasce presentatore, podcaster o video blogger, soprattutto noi – e mi ci metto in mezzo – piccoli e microimprenditori che abbiamo altro da fare durante il giorno.

Io ci tengo molto a questo aspetto della nostra strategia, ma anche delle piccole aziende perché sembra una di quelle cose irraggiungibili.

Invece è molto più facile di quello che si può pensare, soprattutto perché non occorrono grandi strumentazioni e si migliora.

Il primo podcast che ho fatto io era imbarazzante!

Per fortuna che adesso non si trova più perché devo averlo cancellato per forza.

Invece poi noi fortunatamente siamo arrivati a più di 30 puntata in questo caso, e inizi ad avere una certa dimestichezza.

È bello poi da fare, ma soprattutto ti toglie di mezzo certe obiezioni dei clienti, perché tu potresti registrare una puntata del podcast per ogni obiezione che ti fanno di solito i clienti.

L’obiezione sul prezzo, sulla consegna, sulla garanzia, sul metodo di lavoro che utilizzate, su qualsiasi cosa!

Tu potresti fare per ogni cosa una piccola puntata di 5-10 minuti che non è nient’altro che la risposta che dai di solito alle persone quando ce le hai davanti.

Anziché star lì ogni volta a fare trattative di 68 ore, in cui devi spiegare tutto, devi parlare, devi sperare di avere una buona giornata tu come venditore e devi sperare che anche l’altra persona abbia una buona giornata e ti stia ascoltando.

Ma perché allora non ti prepari un piccolo discorso?

In teoria non devi neanche preparartelo perché vendendo ce l’hai già pronto.

Ti registri un piccolo podcast con le risposte delle domande frequenti che ti fanno i tuoi clienti, perché tanto sono sempre le stesse e non sono più di 10!

Te le registri e ogni volta che conosci un nuovo cliente gli mandi il podcast e gli dici: “Prima di rompere i coglioni ascoltati questo”.

Io ci tengo perché sono a contatto con persone che tutti i giorni mi dicono: “Eh, ma sai… i clienti mi chiedono…”.

Cavolo, ma se ti dicono sempre una cosa, allora trova un modo per spiegargliela prima che te la chiedano!

Il podcast è un metodo perfetto secondo me.

Adesso noi stiamo registrando sia audio che video, e poi questo video diventa un articolo del blog.

Cioè, con un unico formato noi facciamo tante cose.

Però, anche se fosse solo audio, ti aiuterebbe moltissimo nella tua attività.

In Italia, siccome siamo in pochi a fare podcast, a fare questo tipo di audio o questo tipo di programmi, probabilmente nel tuo settore non c’è nessuno che lo fa, quindi tu saresti il primo e avresti la possibilità di consolidarlo.

FRANCESCO: È un’opportunità gigantesca, perché poi tu nel caso specifico di qualsiasi settore tu stia parlando, potresti essere letteralmente il primo che si prende il posto nella mente del cliente.

Nella legge del posizionamento è la cosa più grande che tu possa fare.

Comincia semplicemente a parlare davanti al microfono, pubblica la puntata su Spreaker e già hai fatto qualcosa.

Poi ovviamente fai in modo che la gente lo ascolti, ma già così è tanto.

Se io ti dicessi per esempio che vendo furgoni, o vendo automobili o vendo thermovan, e comincio a fare un podcast, io già mi sto prendendo uno spazio sia a livello di mercato del podcast, sia nella mente del cliente.

Vorrei dire anche una cosa importante.

Ora i podcaster in tutto il mondo, specialmente in America, stanno un attimo cominciando a sentirsi il pepe al culo, perché i grandi brand e intendo dire veramente grandi come le multinazionali, si sono accorte del potere del podcast e stanno saltando sul barcone.

Adesso il problema è: se tu cominci ora, in questo esatto istante a fare podcasting tu puoi letteralmente arraffare tutto quello che c’è, diventare il primo nel mercato del podcasting ed essere il primo nella mente del cliente.

Quando poi cominciano ad arrivare i Brand, tu ti sarai già costruito un pubblico mentre se lo fai adesso il grande brand già è nella mente del cliente, e se diventa primo nel podcasting, allora ciao ciao.

Il podcasting è adesso, non c’è altro tempo!

Ok, sarò un po’ talebano perché io adoro il podcasting però è un’opportunità che non ci si può permettere di perdere in questo momento.

ALESSANDRO: Infatti adesso il mondo del video o YouTube è abbastanza pieno ed è difficile emergere.

Tra l’altro a me piace molto di più il podcast.

Noi non abbiamo una sceneggiatura, perché è una parte nascosta del nostro ufficio.

A me piace moltissimo perché mi metto qui, premo REC e registro.

Ormai stiamo già parlando da 25 minuti e stiamo facendo tutto a braccio, ma serve a noi per far passare un concetto in questa chiacchierata. 

Noi potremmo anche fare a meno di registrarla, ma è solo che vogliamo far passare l’idea che se c’è una strategia in testa, costruita con il metodo di Strategia Vincente, poi lo strumento che utilizzi diventa secondario.

Se ho una strategia, se ho un determinato pubblico, in un determinato settore, allora quale strumento utilizzo per arrivarci?

Come faccio a smontare le obiezioni per far sì che il cliente acquisti da me piuttosto che da un altro?

Dicesi “marketing”, tra l’altro.

Per far passare questa idea devi avere il tuo blog che non è altro che l’evoluzione della pagina news.

Devi avere qualcuno che scrive, quindi un copy.

Dovresti avere il podcast, dovresti avere Facebook o LinkedIn a seconda del tuo pubblico, le pubblicità pagamento… il giusto mix!

Potrebbe anche bastare il podcast all’inizio o anche solo LinkedIn.

Quello che vorrei che passasse oggi come messaggio è che il podcast da solo probabilmente non fa la differenza, come non lo fa la sola strategia, come non lo fa da solo Facebook, come non lo fa da solo LinkedIn.

Preso singolarmente l’elemento magico non esiste e chiunque provi a far passare l’idea che basta un singolo strumento, sicuramente ti sta per inculare.

Chi ti propone uno strumento unico per promuoversi, per farti arrivare il messaggio, sta utilizzando lui stesso decine di strumenti, magari un podcast o magari una pubblicità pagamento.

Loro stessi non utilizzano un singolo strumento, quindi diffida assolutamente dei personaggi, dei guru, dei formatori che vogliono venderti solo un corso che non applicherai mai in realtà, che generalmente costa una cifra incredibile e che ti propongono un singolo strumento.

Queste tre cose messe insieme sono un componente deleterio per la tua azienda, e rischi di buttare via tempo, soldi, energie e poi anche di perdere fiducia riguardo il marketing.

Magari poi passa l’idea che il marketing non funziona, ma non è così.

Hai solo avuto la sfortuna di incappare nelle persone sbagliate.

FRANCESCO: Vorrei solo dire un’ultima cosa.

Anche se tu intendi fare un podcast sbatti poi ovviamente con la realtà, ossia che nessuno lo ascolta.

I sistemi come Spreaker fanno in modo che tu, se non compri il piano in cui paghi €7 al mese, non arrivi in prima pagina e quindi non ti considera nessuno.

Quando arrivi poi in prima pagina, hai un picco di ascolti improvviso e poi alla fine cala completamente.

Per evitare quel calo tu devi fare in modo che la gente lo ascolti.

Ma se lasci il podcast lì e non fai marketing anche sul podcast, cioè non fai in modo che qualcuno lo ascolti anche pubblicando dei post sui social come facciamo con Strategia Vincente o anche prendere degli spezzoni e pubblicarli su Instagram come facciamo con Copy Persuasivo, il podcast non te lo ascolta nessuno.

Il podcast va marketizzato!

ALESSANDRO: Sì, bisogna crearlo e distribuirlo ovviamente.

Ora non vorrei mettere ansia alle persone, ma è più facile da fare che da spiegare, anche perché poi da questa registrazione che tu fai viene fuori una trascrizione che puoi utilizzare sui social e sul sito.

In realtà registri 5 minuti di video e hai 2 pagine di contenuti da pubblicare sul sito… aggratis!

Francesco, intanto ti ringrazio per il tuo tempo e per tutti i consigli, i contenuti e per tutta l’ansia che ci hai buttato stamattina, ma serviva per capire qual è il tuo lavoro e quanto è importante anche per Strategia Vincente.

Io vorrei solo ricordare prima di lasciarci, di andare su questa pagina colma di contenuti gratis che dovresti scaricare, leggere e studiare.

Ci sentiamo prestissimo con un’altra puntata del podcast.

Grazie Francesco, ciao a tutti e buona giornata!